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Vari politici che raccomandavano

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  1. luca_1966
     
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    http://www.cislpostesiracusa.it/vecchiosit...omandazioni.htm

    SPECIALE RACCOMANDAZIONI

    L’ESPRESSO – 22-09-05

    POSTE RACCOMANDATE

    Le segnalazioni. Le pressioni dei politici. L'amministratore delegato dell'azienda conferma tutto.

    E si giustifica: "Ma ora sono diminuite"

    Massimo Sarmi non cerca di negare l'evidenza. Sulla sua grande scrivania di vetro, al settimo piano del palazzone romano di Poste Italiane, l'amministratore delegato ha l'articolo "Posto prioritario" pubblicato la scorsa settimana da "L'espresso". Dentro, il database segreto con cui fino a oggi sono state gestite migliaia di raccomandazioni provenienti da politici e sindacalisti di prima fila, da brillanti manager e persino da cardinali. Uno scandalo che vede protagonisti
    nomi importanti, indicati puntualmente nei file: i vicepremier Gianfranco Fini e Giulio Tremonti, il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi e il suo predecessore Maurizio Gasparri, per citare il centro-destra. Ma anche il segretario dell'Udeur Clemente Mastella e l'ex ministro delle comunicazioni Salvatore Cardinale, passando al centro-sinistra. Tutti impegnati a segnalare qualcuno. «Una situazione imbarazzante, ora che è diventata pubblica», ammette il numero uno delle Poste Sarmi, «ma al tempo stesso utile per riflettere sul Paese e le sue antiche consuetudini».

    Prima va chiarito un punto: il suo nome risulta tra i raccomandanti 140 volte. Da solo, con politici, con altri dirigenti delle Poste... E’ lei il regista delle raccomandazioni?

    «Regista no. Le cose stanno così: io ricevo ogni giorno richieste di ogni genere. Mi vengono segnalate persone che vogliono essere assunte, altre che vorrebbero fare carriera, altre ancora desiderose di cambiare sede.

    Queste domande vengono girate alla direzione del Personale, che poi le inserisce in un database e le valuta, informandomi sull'esito finale».

    A segnalarle questi casi, però, sono quasi sempre segretari di partito, parlamentari, vertici delle istituzioni o dei sindacati. Non è la stessa cosa del padre che scrive alle Poste per sistemare il figlio disoccupato...

    «Logico. L'amministratore delegato, per sua natura, è la persona a cui si rivolge quel genere di interlocutore».

    Era cosi anche prima del 2002, quando è arrivato alle Poste?

    «Fino al 1998, anno in cui Poste Italiane è diventata una società per azioni, il fenomeno era macroscopico. Ora ho la percezione che si stia attenuando».

    Nel data base pubblicato da "l'Espresso" sono elencati oltre 3 mila casi in tre anni e mezzo. Non sono affatto pochi...

    «Vero. Ma è anche vero che le segnalazioni non sono più accolte come una volta. Adesso le gestiamo con criteri rigidi. Valutiamo i profili professionali, i possibili impieghi. Tutto in modo oggettivo e trasparente». ..

    Trasparente? Il database era segretissimo...

    «Anche per ragioni di privacy. La trasparenza sta nei metodi utilizzati nel valutare gli aspiranti dipendenti. Non è più possibile per nessuno, come un tempo, inserire alle Poste chi non è in grado di ricoprire un certo ruolo o non serve all' azienda. È un notevole passo avanti".

    Ma quando ha saputo del traffico delle raccomandazioni alle Poste: prima o dopo il suo insediamento?

    «Dopo. Non ho dovuto faticare, per capire. Sono arrivate subito lettere e telefonate. I particolari me li ha forniti la direzione delle Risorse umane, impegnata da tempo su questo fronte».

    Così le venne l'idea del database.

    «Esatto. Un normale meccanismo di gestione dati. Un modo per controllare chi e perché entra in azienda».

    Nel 2002 il ministro delle Comunicazioni era Maurizio Gasparri. Si fece vivo di persona, o con il suo staff, per affrontare la questione?

    «Il ministro raccoglieva nel corso della sua attività politica le istanze di coloro che volevano essere assunti e le girava a me».

    In che modo?

    «In maniera organizzata: direttamente o tramite il suo ufficio».

    La nota che le scrive la direzione risorse umane delle Poste nel marzo 2005 fa impressione. Massimo Condemi, capo di gabinetto di Gasparri, voleva farvi inserire a tempo determinato decine di lavoratori segnalati del Ministero, escludendone altri non ancora contrattualizzati. Non è grave?

    «Questo episodio francamente non lo .. ricordo. Sono comunque interpretazioni sull'argomento».

    Non sono interpretazioni: è un documento.

    «Le cose si possono vedere in un altro modo. Molti vivono nel timore di perdere il posto di lavoro quando scade il periodo previsto dal contratto. Dunque si rivolgono a chi può farglielo riconfermare».

    Questo dà un potere enorme ai politici che raccomandano. Il patto, reiterato a ogni scadenza contratto, potrebbe essere: io ti faccio riconfermare e tu mi voti.

    «Cerchiamo di allargare il discorso. L'uso delle raccomandazioni è profondamente radicato nel costume italiano. Si tratta di un fenomeno sociale con infinite implicazioni: sarebbe assurdo scaricare tutto sulle spalle delle istituzioni. Certo, i politici fanno del consenso la propria forma di successo, e per assicurarselo a volte devono dare risposte al proprio elettorato. Qui però il discorso si fa delicato, tocca la sfera etica personale».

    A proposito di politici. Nel database compare per dieci volte il cognome Letta. È Enrico della Margherita o Gianni di Forza Italia?

    «Conosco entrambi, naturalmente. Ma credo che la questione vada affrontata nel suo complesso, non nel singolo caso...».

    D'accordo. Ma Enrico o Gianni?

    «Enrico non lo ricordo. È possibile sia stato Gianni». In una raccomandazione il suo nome compare assieme a quello del vicepremier Tremonti. È lui che segnala qualcuno alle Poste o è una sua iniziativa spontanea apprezzata dal vicepremier?

    «Non sono il tipo di manager da captatio benevolentiae, tanto meno ho preso iniziative spontanee. Quanto a Tremonti, non si è rivolto a me. Andando a memoria, non escludo che qualcuno si sia fatto tramite per le sue richieste».

    Nel database sono citati anche Walter Veltroni, intervenuto per risolvere tre casi umani, Clemente Mastella e Salvatore Cardinale. C'è differenza tra le segnalazioni di destra e quelle di sinistra?

    «Le raccomandazioni che riceviamo sono distribuite e di vario genere. La naturale prevalenza del governo è dovuta anche al fatto che il principale punto di raccolta è il ministero delle Comunicazioni» .

    Il nome dell'attuale ministro Landolfi compare nel data base prima e dopo la nomina. Sarà anche un fenomeno in calo, quello del le raccomandazioni, ma l'abitudine resta...

    «Le assicuro: ogni dieci richieste di tre anni fa, oggi ne arriva una. Ovvio, ci vuole tempo perché il flusso delle raccomandazioni raggiunga un numero fisiologico» .

    Nel frattempo non ha sentito il dovere di ribellarsi alla pressione delle raccomandazioni? Non le ha creato disagio governare un'azienda a totale controllo pubblico assumendo persone segnalate dal Palazzo?

    «Guardi, la mia carriera non inizia oggi: sono stato in un recente passato ai vertici di Telecom Italia e Siemens Italia. E la mia preoccupazione è sempre stata quella di portare a casa risultati eccellenti nel rispetto delle regole. Sfido chiunque a negare che ciò non sia avvenuto a Poste Italiane. Vede questa tabella? Nel 2002 la nostra redditività era del 10,4 per cento: oggi siamo a quota 21,9. Dal 2002 al 2004 i volumi di corrispondenza sono cresciuti del l0 per cento. E dal luglio 2004 al luglio 2005 ancora del 3,1. Vorrei che si parlasse di questo, oltre del fatto che alle Poste arrivano anche i raccomandati» .

    Giusto. Ma i politici hanno infilato alle Poste i loro parenti, i figli dei loro amici,

    oltre a chi magari era in difficoltà.

    Non sente la necessità di una verifica interna, di valutare se la situazione le è scappata di mano?

    «Non ne vedo il senso. Poste Italiane ha gestito nell'ultimo anno circa 100 mila situazioni che riguardano il personale. Assunzioni, trasferimenti, promozioni...



    In un quadro così ampio, le raccomandazioni sono state meno di 4 mila dal 2002 a oggi, e quelle andate a buon fine ancora meno. Credo si possa essere soddisfatti del sistema con cui abbiamo operato fino a questo momento».

    Il database mostra però che tra i raccomandanti ci sono anche illustri sindacalisti, quelli che dovrebbero essere la vostra controparte in azienda.



    «Durante la mia gestione sono rimasto sorpreso dal rapporto che si è creato in Poste Italiane tra azienda e sindacalisti. Ho trovato persone sinceramente legate all'azienda e con una profonda consapevolezza dei problemi interni.

    La riprova della mia stima sta nel fatto che lo scorso anno ho anticipato loro le strategie operative».

    Visto da fuori, potrebbe sembrare che abbiate ammorbidito alcuni sindacati facendogli infilare raccomandati...

    «Mi rendo conto che possa esserci una lettura di questo tipo. Non voglio essere ipocrita. Dico solo che in passato alle Poste il sindacato era molto più penetrante nella vita aziendale di quanto lo sia oggi».

    Come dire: è vero che alcuni sindacati raccomandano, ma meno di prima.

    «Sì, la considerazione è questa. Lo dico, ribadisco, in senso costruttivo».

    E adesso cosa succederà: continuerete a essere sommersi dalle raccomandazioni?

    «Le rispondo parlando degli operatori postali negli altri Paesi europei. Tutti soffrono, chi più e chi meno, il problema. I mercati sono sempre più liberalizzati, ma la politica non fa passi indietro. Ci vorrà pazienza».


    Dopo l'uscita dell'articolo "Posto prioritarìo"'su "l'espresso", il vicepremier Giulio Tremonti ci ha scritto una breve lettera: «Non ho mai fatto raccomandazioni alle Poste taliane», precisa: «Quanto pubblicato sul giornale in ordine al mio nome è conseguentemente falso".

    Il testo pubblicato la scorsa settimana era il seguente: «Il cognome di Tremonti compare assieme a quello di Francesco Valsecchi,. ex consigliere di amministrazione in Poste Italiane, per l'assunzione

    di Alberto De Ghislanzoni Cardoli: figlio di Giacomo, Forza Italia, presidente alla Camera della Commissione agricola. Assunzione richiesta il 31 maggio 2004 e arrivata: il 16 marzo 2005,

    Oltre all'episodio qui ribadito, il nome di Tremonti compare comunque in altre schede di raccomandazione, contenute nel database." in ordine di tempo: la richiesta di assunzione del signor R. C., datata 19 dicembre 2002, dove il cognome dei vicepremier compare assieme a quello dell’Amministratore delegato delle Poste Massimo Sarmi. Segue, il 10 aprile 2003, la. richiesta di assunzione della signora A. B., nella quale l'unico citato dentro la casella "provenienza",è Tremonti. Si passa poi, il 31 ottobre 2003, alla richiesta di assunzione del signor A. I., dove i raccomandanti indicati sono Tremonti e Francesco Valsecchi, ex membro del consiglio di amministrazione di Poste Italiane in quota Forza Italia. La stessa coppia che, sempre il 31 ottobre 2003, caldeggia secondo il database uno stage per la signora R. L. e che, il 31 maggio 2004, come già scritto, chiede l'assunzione di Alberto De Ghislanzoni Cardoli.

    Dopo l'uscita dell'articolo "Posto prioritarìo"'su "l'espresso", il vicepremier Giulio Tremonti ci ha scritto una breve lettera: «Non ho mai fatto raccomandazioni alle Poste taliane», precisa: «Quanto pubblicato sul giornale in ordine al mio nome è conseguentemente falso".

    Il testo pubblicato la scorsa settimana era il seguente: «Il cognome di Tremonti compare assieme a quello di Francesco Valsecchi,. ex consigliere di amministrazione in Poste Italiane, per l'assunzione

    di Alberto De Ghislanzoni Cardoli: figlio di Giacomo, Forza Italia, presidente alla Camera della Commissione agricola. Assunzione richiesta il 31 maggio 2004 e arrivata: il 16 marzo 2005,

    Oltre all'episodio qui ribadito, il nome di Tremonti compare comunque in altre schede di raccomandazione, contenute nel database." in ordine di tempo: la richiesta di assunzione del signor R. C., datata 19 dicembre 2002, dove il cognome dei vicepremier compare assieme a quello dell’Amministratore delegato delle Poste Massimo Sarmi. Segue, il 10 aprile 2003, la. richiesta di assunzione della signora A. B., nella quale l'unico citato dentro la casella "provenienza",è Tremonti. Si passa poi, il 31 ottobre 2003, alla richiesta di assunzione del signor A. I., dove i raccomandanti indicati sono Tremonti e Francesco Valsecchi, ex membro del consiglio di amministrazione di Poste Italiane in quota Forza Italia. La stessa coppia che, sempre il 31 ottobre 2003, caldeggia secondo il database uno stage per la signora R. L. e che, il 31 maggio 2004, come già scritto, chiede l'assunzione di Alberto De Ghislanzoni Cardoli.

    CONTINUA...
     
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7 replies since 18/7/2011, 10:30   170 views
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