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Vari politici che raccomandavano

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  1. SINDACATO69
     
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    Buon giorno ho cercato e non sono riuscito, a trovare una vecchia dicussione dove veniva portato a conoscenza (se non erro una inchiest) vari politici se non ricordo male Fini, ecc. ed altri destra e sinistra che per via traverse facevono assumere gente. Grazie
     
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  2. labicana
     
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    Sul settimanale "L'espresso" una inchiesta segnala centinaia
    di casi di privilegio. I favori concessi anche a ministri e cardinali
    Poste, la fiera delle raccomandazioni
    Il posto a parenti, amici e conoscenti
    In un file segreto le assunzioni chieste da politici e sindacalisti
    di SILVIO BUZZANCA




    Un ufficio postale

    ROMA - Raccomandazioni, segnalazioni di casi umani, promozioni, trasferimenti. E' una vera e propria miniera il materiale archiviato in maniera pignola da Poste italiane sotto il nome di "Casi in evidenza delicata". Un dossier, pieno di nomi di politici, sindacalisti, manager. cardinali nel ruolo di "segnalatori" che L'espresso in edicola oggi pubblica con ricco corredo di tabelle e tabelline. Sei pagine da cui emerge, scrive il settimanale, "la mappa del privilegio di cui si è spesso favoleggiato e che trova conferma in database e file con messaggi di posta elettronica e bozze di lettere, indirizzari e minuziosi riepiloghi". Un'inchiesta che conferma l'analisi di Mario Pirani pubblicata ieri da Repubblica in cui si denunciava "la lottizzazione a tutti i livelli, la spartizione a accanita fra i partner di ogni posto pubblico o parapubblico a disposizione".

    Il dossier pubblicato dall'Espresso, per esempio, racconta che il 21 aprile 2004 parte una lettera indirizzata al vicepremier Gianfranco Fini per informarlo che la sua "richiesta di valorizzazione" dell'ingegnere P. T. è andata a buon fine e che adesso il "segnalato" "ha un ruolo di maggiore ampiezza manageriale in coerenza col profilo manageriale ed esperenziale posseduto".

    Un altro esempio? Nella primavera del 2005, poco prima delle elezioni regionali, le Poste decidono di assumere a tempo determinato 100 persone e si decide di ripartire la richiesta fra diverse società di lavoro interinale. Ma il file registra un deciso intervento del ministero delle Telecomunicazioni, nella persona di Massimo Condemi, capo di gabinetto del ministro Gasparri, che invia 75 nominativi da inserire. Le Poste "bloccano" così 60/65 posti per soddisfare le esigenze del ministero. Esigenze corpose visto che "segnalano" anche Franco Medici e Giovanni Bruno, consiglieri di Gasparri, e il capo della sua segreteria Ranieri Mamalchi. E Condemi ha una parte nell'assunzione di Flaminia Volpi, nipote di un altro consigliere di Gasparri: Franco Volpi.



    Dal database emergono altri intrecci familiari: per esempio l'assunzione della sorella del sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher o quella del nipote del sottosegretario all'Economia Mario Baldassarre. E nei file compare anche il nome di Giulio Tremonti che segnala, insieme all'ex consigliere di Poste italiane Francesco Valsecchi, il figlio di Alberto De Ghislanzoni Cardoli, figlio di Giacomo, presidente forzista della commissione Agricoltura della Camera. Segnalazione che va a buon fine. Un intreccio fra politica e impresa che non risparmia nessuno: nemmeno i sindacalisti delle Poste, presenti in forze fra i segnalatori. E c'è anche il nome di Savino Pezzotta. O i cardinali presenti con Achille Sivestrini e George Marie Cottier.

    Ma la parte del leone la fanno i politici. Di centrodestra, ma anche di centrosinistra. Per esempio ci sono i nomi di Clemente Mastella e Salvatore Cardinale, ex ministro delle Telecomunicazioni. Quello di Michele Lauria, ex sottosegretario, popolare. Appaiono anche Marco Follini, Carlo Giovanardi ed Enrico La Loggia. C'è anche Walter Veltroni che perora l'assunzione a tempo determinato per una signora che le Poste definiscono "in una situazione familiare molto disagiata". Infine per dare un pizzico di mistero c'è anche un soggetto misterioso, indicato con una semplice V: maiuscola.

    (9 settembre 2005)





    08:20 Scritto da: stopillegale in Raccomandazioni | Link permanente | Commenti (0) | Segnala | Tag: elezioni, politica, raccomandazioni

    http://bastaraccomandazioni.myblog.it/tag/raccomandazioni
     
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  3. luca_1966
     
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    Per i dettagli:

    http://forum.igz.it/showthread.php?t=289828
     
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  4. labicana
     
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    CITAZIONE (luca_1966 @ 18/7/2011, 13:53) 

    leggendo l'approfondimento.....il berluschino , quello che dovrebbero sposare le precarie, ha fatto saltare anche una trasmissione per non danneggiare poste.....e voi volrvate chiamare il gabibbo!

    Salta Matrix. Mentana: non è censura politica

    Puntata rimandata per colpa dello sforamento di Paperissima Sprint. Ma in scaletta c'era un servizio sui raccomandati alle Poste

    Enrico Mentana nello studio di Matrix (Lapresse)

    ROMA -Manca un quarto d’ora alle dieci di sera. Dopo un’ora e mezza dovrebbe andare in onda in diretta la terza puntata di Matrix, il nuovo programma di Enrico Mentana che da Canale 5 lancia la sfida della seconda serata a Bruno Vespa. E’ ormai chiaro che la trasmissione comincerà in ritardo, un ritardo pesante, quasi un’ora. Colpa di Paperissima sprint, la trasmissione satirica di Antonio Ricci in onda subito dopo il Tg e che ieri sera ha sforato di oltre quaranta minuti sull’orario previsto.
    Mentana chiama al telefono Piersilvio Berlusconi e «in perfetta sintonia con i vertici aziendali» - come afferma un comunicato diffuso da Mediaset nella notte e come ripete lui stesso al telefono - viene presa la decisione di annullare la trasmissione. Circola anche un’altra voce, però. Matrix si sarebbe dovuto occupare di raccomandazioni, prendendo spunto da un servizio pubblicato ieri dall’ Espresso. Un lungo articolo costruito a partire da una banca dati elettronica delle Poste italiane che conteneva oltre 3 mila segnalazioni fatte all’azienda da politici, sia della maggioranza che dell’opposizione, che chiedevano assunzioni, promozioni e trasferimenti. Matrix avrebbe dovuto far vedere in un servizio proprio quel data base , pieno di nomi, cognomi e numeri di telefono. Un argomento scomodo che avrebbe portato alcuni politici citati nell’articolo a premere per far saltare il programma. Mentana smentisce in modo netto: «Non c’è stata alcuna pressione di questo tipo. Tanto è vero che i servizi sulle poste erano stati lanciati nel corso del Tg 5 della sera e che noi rifaremo la stessa trasmissione mercoledì prossimo».

    Mentana smentisce che l’episodio abbia fatto volare parole grosse, provocando una polemica accesa con i responsabili della rete. Ma è chiaro che quanto successo non gli è andato giù: «Bisogna aver rispetto per i telespettatori - dice -. Non è possibile leggere sul giornale che una trasmissione parte alle 11 di sera e poi aspettare un’ora perché c’è ancora il film con Sean Connery. Sono cose che possono succedere, ed è meglio che siano successe ora piuttosto che la settimana prossima. Ci facciamo sopra una bella risata ma è chiaro che d’ora in avanti non deve accadere più».

    Un avvertimento che suona chiaro in vista della prossima settimana, quando Matrix non correrà più da solo come programma di approfondimento della seconda serata, ma se la dovrà vedere con Porta a Porta di Raiuno. Il timore è proprio questo: a differenza di quanto avveniva in passato, il programma di Bruno Vespa andrà in onda sempre in diretta. Non solo: proprio per contrastare la concorrenza di Matrix, l’inizio è stato anticipato di un quarto d’ora, dalle 11 e un quarto di sera alle undici. Una manciata di minuti prima di Mentana, ma a quell’ora può bastare poco per rubare spettatori e audience in quella che si annuncia come la battaglia più accesa di tutta la stagione televisiva. Se Matrix dovesse partire sempre in ritardo perché i programmi che lo precedano durano più del previsto, la competizione per Mentana sarebbe ad handicap.





    Lorenzo Salvia

    10 settembre 2005




    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/po...ritario/2006627


    prioritario
    di Riccardo Bocca
    Ministri. Parlamentari. Sindacalisti. Persino cardinali. Dai documenti riservati delle Poste ecco la mappa delle raccomandazioni
    (16 settembre 2005)
    Una lettera ha un tono burocratico, ma il contenuto è confidenziale. La prepara il 21 aprile 2004 un'impiegata di Poste Italiane per l'amministratore delegato Massimo Sarmi. Con un'intestazione chiara: "Egregio signor onorevole Gianfranco Fini, vicepresidente del Consiglio dei ministri". Il leader di An si è interessato nel novembre 2003 alla "valorizzazione" dell'ingegner P. T., e ora riceve notizie: "Le comunico", si legge, "che nell'ambito del consolidamento della struttura organizzativa di appartenenza, all'interessato è stata di recente assegnata la responsabilità di un ruolo di maggiore ampiezza manageriale, in coerenza col profilo professionale e esperienziale posseduto". Ovviamente in sintonia "con quanto dallo stesso auspicato".

    Questo e molto altro emerge da un documento titolato esplicitamente "Casi in evidenza delicata". Dentro, migliaia di pagine, nomi, date, numeri di telefono. La cronaca quotidiana di uno scandalo delle raccomandazioni che coinvolge tutti: vertici delle Poste e politici di prima fila, sindacati e agenzie interinali. Una montagna di segnalazioni gestita per anni con l'aiuto della Direzione centrale delle risorse umane. Candidature turbo che sono state vagliate dal gruppo Poste e spesso premiate con assunzioni, promozioni, lavori a tempo determinato o trasferimenti desiderati. Il tutto avvalendosi delle strutture interne di selezione, le quali di volta in volta hanno svolto colloqui e fornito indicazioni ai capi. In altre parole: la mappa del privilegio di cui si è spesso favoleggiato, e che trova conferma in database e file con messaggi di posta elettronica e bozze di lettere, indirizzari e minuziosi riepiloghi.

    Elenchi nei quali compaiono, tra i raccomandanti, volti illustri della politica italiana: soprattutto di centro-destra, ma non solo. Dal ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi ai suoi predecessori Maurizio Gasparri e Salvatore Cardinale. Dal vicepremier Giulio Tremonti al segretario dell'Udeur Clemente Mastella. Dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi al segretario del Udc Marco Follini. Dal senatore della Margherita Michele Lauria, ex sottosegretario alle Comunicazioni, al ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia (Forza Italia). Continuando con celebri sindacalisti, dirigenti interni e persino cardinali.



    Tutti catalogati nei computer di Poste Italiane nel tentativo di ordinare le infinite richieste. Una fiumana di schede in cui si trovano anche quelli indicati come "casi umani" e normali procedure di assunzione. Non sempre, va sottolineato, i casi in evidenza sfociano in un posto di lavoro: molte volte i selezionatori bocciano l'aspirante dipendente, oltre al suo sponsor, e la cosa finisce lì. Ma l'altra faccia della medaglia, quella della corsia preferenziale, prevale. Su 3 mila 203 casi analizzati da "L'espresso", 841 sono indicati con esito positivo, 86 in stand by, 613 con esito negativo e 1.663 non hanno precisazioni. Quanto basta per aprire un nuovo, imbarazzante capitolo nel dibattito su politica, affari e questione morale.

    Esplosiva, in questo senso, è una nota riservata del primo marzo 2005, un mese prima delle delicatissime elezioni regionali. Chi scrive è la Direzione centrale risorse umane, la quale informa l'amministratore delegato Massimo Sarmi riguardo all'attivazione di nuovi contratti di lavoro a tempo determinato nella provincia di Roma. "Coerentemente con specifici fabbisogni espressi dalla Divisione rete territoriale per far fronte a criticità connesse alla "gestione code"", si legge, "e nel quadro delle esigenze più volte poste dalla medesima in termini di fabbisogni su specifici uffici postali di Roma, è stata autorizzata l'attivazione di una fornitura di 100 lavoratori somministrati per attività di sportello per il periodo 1 marzo-30 giugno 2005". Onde evitare eccessive concentrazioni su singole società, continua il documento, "il contingente autorizzato è stato ripartito tra le seguenti agenzie per il lavoro, secondo le quantità rispettivamente indicate: Adecco 31, Select 20, E-work 20, Manpower 14, Metis 15".© Riproduzione riservata
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    e il vizio continua....sempre dell'espresso

    raccomandate
    di Marco Lillo e Claudio Pappaianni
    Conoscenti da assumere: un vizio che resiste. Gli elenchi di nomi mandati a Sarmi anche dopo lo scandalo. Con un aggiornamento ogni 10 giorni dall'ufficio del ministro Landolfi
    (20 marzo 2008)
    L'elenco non è accompagnato da nessuna lettera. La raccomandazione di destra è asciutta e fredda come una colonna del Foro Italico. Niente fronzoli, solo nomi suddivisi in tre categorie: i dipendenti trimestrali di società interinali che non saranno confermati; i nuovi entranti che li sostituiranno e infine i sopravvissuti, quelli che si sono comportati bene e resteranno a lavorare per Poste. Fa un po' tristezza leggere il destino di questi ragazzi segnato su un foglio excel. Chi finisce nella casella sbagliata è out. Come Elisabetta, Bianca, Carlo e altri 20 ragazzi. Probabilmente non si sono dati abbastanza da fare in vista delle elezioni del 2006. Così, nonostante il cognome partenopeo e la spintarella per la prima selezione, vanno a casa. Al loro posto entrano Fabrizio, Vincenzo, Salvatore e altri 27.

    Truffa al computer L'elenco che risale al 2006, ma probabilmente somiglia ad altri che circolano in questi giorni, non è stato preparato nell'ufficio del personale di Poste, ma nel computer di Cosimo Chianese, già segretario particolare dell'ex ministro, Mario Landolfi, di An. Chianese, che è finito ai domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere e truffa e che è indagato anche per corruzione elettorale, determinava i destini degli aspiranti postini premiando i più bravi. Ovviamente non a portare le lettere, ma i voti. "E' sempre la stessa storia, che va avanti da decenni", commenta Gianluca Daniele segretario generale della Flc-Cgil Campania, "si assumono lavoratori a tempo determinato, si creano false aspettative e nuovo precariato, e le vertenze aperte non sempre poi approdano a un'assunzione. Continua a esserci un forte impatto clientelare nelle Poste, specie in Campania. Ci sono politici, soprattutto vicini al centrodestra, che sfruttano la drammatica situazione occupazionale di queste zone per creare attese nei giovani e trarne ritorno elettorale".

    La lista stilata dal segretario dell'allora ministro Landolfi era diretta a una sua collaboratrice che doveva inoltrarla ai vertici di Poste e ha un sapore amaro per i lettori de 'L'espresso', perché segue di quattro anni lo scandalo sollevato dal nostro giornale con una copertina dal titolo eloquente: 'Posto prioritario'. L'inchiesta aveva svelato l'archivio segreto di Poste con oltre 3 mila raccomandazioni con tanto di nome dello sponsor e l'esito (spesso positivo) della segnalazione. Allora l'amministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi, si difese così: "E' una situazione imbarazzante, ma ora che è diventata pubblica sarà utile per riflettere sul Paese e le sue antiche consuetudini".

    Il vizio di Landolfi Mario Landolfi figurava già allora tra i raccomandanti e Sarmi, a precisa domanda de 'L'espresso' sulla sua gestione, rispondeva: "Le assicuro che ogni dieci richieste di tre anni fa, oggi ne arriva una". Sette mesi dopo quell'intervista, il segretario di Landolfi parla al telefono con il fratello e i carabinieri registrano: "Mario ha consegnato l'elenco su carta non intestata al presidente". La Procura ritiene "impossibile acquisire elementi dai quali desumere il ruolo di mandante delle promesse elettorali del Landolfi. Questa", sempre per la Procura di Santa Maria, "è certamente una vicenda che riveste i caratteri del malcostume politico, ma non c'è la prova che vi sia stata una attività illecita".

    Robin Hood a Mondragone Il protagonista dell'inchiesta penale è certamente Cosimo Chianese, una sorta di Robin Hood di Mondragone che, secondo i pm, rubava allo Stato per dare alla sua famiglia. Il comportamento al telefono è sintomatico. Chiamava i cellulari dei familiari dal fisso del ministero e lasciava la cornetta alzata per ore, dopo avere opportunamente attivato l'opzione 'autoricarica'. In pochi mesi ha totalizzato 63 ore di ricarica a sbafo. La sua filosofia è scolpita nelle intercettazioni dal fratello Raffaele: "Ci devono illuminare solo il lavoro e i cazzi nostri, tutto il resto è accessorio". Anche il rispetto del merito. Gli elenchi che 'L'espresso' ha visionato sono stati trovati dai carabinieri di Mondragone in un'indagine che riguardava le truffe del clan familiare nella formazione: cercavano prove di corsi fasulli e invece hanno scoperto posti veri. Il 19 gennaio 2006, a 80 giorni dal voto, Chianese dal suo computer invia due messaggi senza testo. Nel primo, delle ore 12,04, c'è allegato il file 'Cosimo.xls' con i nomi delle persone da mandare a casa (23) e quelli da 'inserire ex novo': 12 con 'priorità alta', altri 17 con 'priorità bassa'. Per ognuno c'è luogo e data di nascita: il più giovane, Salvatore, ha 18 anni; la più anziana, Donatella, 41.
    © Riproduzione riservata
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    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/po...mandate/2006654
     
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  5. luca_1966
     
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    Quella di Matrix non l'avevo letta. Vado a bermi un bicchiere di latte per smaltire le tossine. E noi stiamo a sottilizzare sui cavilli coi giudici..
     
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  6. luca_1966
     
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    http://www.cislpostesiracusa.it/vecchiosit...omandazioni.htm

    SPECIALE RACCOMANDAZIONI

    L’ESPRESSO – 22-09-05

    POSTE RACCOMANDATE

    Le segnalazioni. Le pressioni dei politici. L'amministratore delegato dell'azienda conferma tutto.

    E si giustifica: "Ma ora sono diminuite"

    Massimo Sarmi non cerca di negare l'evidenza. Sulla sua grande scrivania di vetro, al settimo piano del palazzone romano di Poste Italiane, l'amministratore delegato ha l'articolo "Posto prioritario" pubblicato la scorsa settimana da "L'espresso". Dentro, il database segreto con cui fino a oggi sono state gestite migliaia di raccomandazioni provenienti da politici e sindacalisti di prima fila, da brillanti manager e persino da cardinali. Uno scandalo che vede protagonisti
    nomi importanti, indicati puntualmente nei file: i vicepremier Gianfranco Fini e Giulio Tremonti, il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi e il suo predecessore Maurizio Gasparri, per citare il centro-destra. Ma anche il segretario dell'Udeur Clemente Mastella e l'ex ministro delle comunicazioni Salvatore Cardinale, passando al centro-sinistra. Tutti impegnati a segnalare qualcuno. «Una situazione imbarazzante, ora che è diventata pubblica», ammette il numero uno delle Poste Sarmi, «ma al tempo stesso utile per riflettere sul Paese e le sue antiche consuetudini».

    Prima va chiarito un punto: il suo nome risulta tra i raccomandanti 140 volte. Da solo, con politici, con altri dirigenti delle Poste... E’ lei il regista delle raccomandazioni?

    «Regista no. Le cose stanno così: io ricevo ogni giorno richieste di ogni genere. Mi vengono segnalate persone che vogliono essere assunte, altre che vorrebbero fare carriera, altre ancora desiderose di cambiare sede.

    Queste domande vengono girate alla direzione del Personale, che poi le inserisce in un database e le valuta, informandomi sull'esito finale».

    A segnalarle questi casi, però, sono quasi sempre segretari di partito, parlamentari, vertici delle istituzioni o dei sindacati. Non è la stessa cosa del padre che scrive alle Poste per sistemare il figlio disoccupato...

    «Logico. L'amministratore delegato, per sua natura, è la persona a cui si rivolge quel genere di interlocutore».

    Era cosi anche prima del 2002, quando è arrivato alle Poste?

    «Fino al 1998, anno in cui Poste Italiane è diventata una società per azioni, il fenomeno era macroscopico. Ora ho la percezione che si stia attenuando».

    Nel data base pubblicato da "l'Espresso" sono elencati oltre 3 mila casi in tre anni e mezzo. Non sono affatto pochi...

    «Vero. Ma è anche vero che le segnalazioni non sono più accolte come una volta. Adesso le gestiamo con criteri rigidi. Valutiamo i profili professionali, i possibili impieghi. Tutto in modo oggettivo e trasparente». ..

    Trasparente? Il database era segretissimo...

    «Anche per ragioni di privacy. La trasparenza sta nei metodi utilizzati nel valutare gli aspiranti dipendenti. Non è più possibile per nessuno, come un tempo, inserire alle Poste chi non è in grado di ricoprire un certo ruolo o non serve all' azienda. È un notevole passo avanti".

    Ma quando ha saputo del traffico delle raccomandazioni alle Poste: prima o dopo il suo insediamento?

    «Dopo. Non ho dovuto faticare, per capire. Sono arrivate subito lettere e telefonate. I particolari me li ha forniti la direzione delle Risorse umane, impegnata da tempo su questo fronte».

    Così le venne l'idea del database.

    «Esatto. Un normale meccanismo di gestione dati. Un modo per controllare chi e perché entra in azienda».

    Nel 2002 il ministro delle Comunicazioni era Maurizio Gasparri. Si fece vivo di persona, o con il suo staff, per affrontare la questione?

    «Il ministro raccoglieva nel corso della sua attività politica le istanze di coloro che volevano essere assunti e le girava a me».

    In che modo?

    «In maniera organizzata: direttamente o tramite il suo ufficio».

    La nota che le scrive la direzione risorse umane delle Poste nel marzo 2005 fa impressione. Massimo Condemi, capo di gabinetto di Gasparri, voleva farvi inserire a tempo determinato decine di lavoratori segnalati del Ministero, escludendone altri non ancora contrattualizzati. Non è grave?

    «Questo episodio francamente non lo .. ricordo. Sono comunque interpretazioni sull'argomento».

    Non sono interpretazioni: è un documento.

    «Le cose si possono vedere in un altro modo. Molti vivono nel timore di perdere il posto di lavoro quando scade il periodo previsto dal contratto. Dunque si rivolgono a chi può farglielo riconfermare».

    Questo dà un potere enorme ai politici che raccomandano. Il patto, reiterato a ogni scadenza contratto, potrebbe essere: io ti faccio riconfermare e tu mi voti.

    «Cerchiamo di allargare il discorso. L'uso delle raccomandazioni è profondamente radicato nel costume italiano. Si tratta di un fenomeno sociale con infinite implicazioni: sarebbe assurdo scaricare tutto sulle spalle delle istituzioni. Certo, i politici fanno del consenso la propria forma di successo, e per assicurarselo a volte devono dare risposte al proprio elettorato. Qui però il discorso si fa delicato, tocca la sfera etica personale».

    A proposito di politici. Nel database compare per dieci volte il cognome Letta. È Enrico della Margherita o Gianni di Forza Italia?

    «Conosco entrambi, naturalmente. Ma credo che la questione vada affrontata nel suo complesso, non nel singolo caso...».

    D'accordo. Ma Enrico o Gianni?

    «Enrico non lo ricordo. È possibile sia stato Gianni». In una raccomandazione il suo nome compare assieme a quello del vicepremier Tremonti. È lui che segnala qualcuno alle Poste o è una sua iniziativa spontanea apprezzata dal vicepremier?

    «Non sono il tipo di manager da captatio benevolentiae, tanto meno ho preso iniziative spontanee. Quanto a Tremonti, non si è rivolto a me. Andando a memoria, non escludo che qualcuno si sia fatto tramite per le sue richieste».

    Nel database sono citati anche Walter Veltroni, intervenuto per risolvere tre casi umani, Clemente Mastella e Salvatore Cardinale. C'è differenza tra le segnalazioni di destra e quelle di sinistra?

    «Le raccomandazioni che riceviamo sono distribuite e di vario genere. La naturale prevalenza del governo è dovuta anche al fatto che il principale punto di raccolta è il ministero delle Comunicazioni» .

    Il nome dell'attuale ministro Landolfi compare nel data base prima e dopo la nomina. Sarà anche un fenomeno in calo, quello del le raccomandazioni, ma l'abitudine resta...

    «Le assicuro: ogni dieci richieste di tre anni fa, oggi ne arriva una. Ovvio, ci vuole tempo perché il flusso delle raccomandazioni raggiunga un numero fisiologico» .

    Nel frattempo non ha sentito il dovere di ribellarsi alla pressione delle raccomandazioni? Non le ha creato disagio governare un'azienda a totale controllo pubblico assumendo persone segnalate dal Palazzo?

    «Guardi, la mia carriera non inizia oggi: sono stato in un recente passato ai vertici di Telecom Italia e Siemens Italia. E la mia preoccupazione è sempre stata quella di portare a casa risultati eccellenti nel rispetto delle regole. Sfido chiunque a negare che ciò non sia avvenuto a Poste Italiane. Vede questa tabella? Nel 2002 la nostra redditività era del 10,4 per cento: oggi siamo a quota 21,9. Dal 2002 al 2004 i volumi di corrispondenza sono cresciuti del l0 per cento. E dal luglio 2004 al luglio 2005 ancora del 3,1. Vorrei che si parlasse di questo, oltre del fatto che alle Poste arrivano anche i raccomandati» .

    Giusto. Ma i politici hanno infilato alle Poste i loro parenti, i figli dei loro amici,

    oltre a chi magari era in difficoltà.

    Non sente la necessità di una verifica interna, di valutare se la situazione le è scappata di mano?

    «Non ne vedo il senso. Poste Italiane ha gestito nell'ultimo anno circa 100 mila situazioni che riguardano il personale. Assunzioni, trasferimenti, promozioni...



    In un quadro così ampio, le raccomandazioni sono state meno di 4 mila dal 2002 a oggi, e quelle andate a buon fine ancora meno. Credo si possa essere soddisfatti del sistema con cui abbiamo operato fino a questo momento».

    Il database mostra però che tra i raccomandanti ci sono anche illustri sindacalisti, quelli che dovrebbero essere la vostra controparte in azienda.



    «Durante la mia gestione sono rimasto sorpreso dal rapporto che si è creato in Poste Italiane tra azienda e sindacalisti. Ho trovato persone sinceramente legate all'azienda e con una profonda consapevolezza dei problemi interni.

    La riprova della mia stima sta nel fatto che lo scorso anno ho anticipato loro le strategie operative».

    Visto da fuori, potrebbe sembrare che abbiate ammorbidito alcuni sindacati facendogli infilare raccomandati...

    «Mi rendo conto che possa esserci una lettura di questo tipo. Non voglio essere ipocrita. Dico solo che in passato alle Poste il sindacato era molto più penetrante nella vita aziendale di quanto lo sia oggi».

    Come dire: è vero che alcuni sindacati raccomandano, ma meno di prima.

    «Sì, la considerazione è questa. Lo dico, ribadisco, in senso costruttivo».

    E adesso cosa succederà: continuerete a essere sommersi dalle raccomandazioni?

    «Le rispondo parlando degli operatori postali negli altri Paesi europei. Tutti soffrono, chi più e chi meno, il problema. I mercati sono sempre più liberalizzati, ma la politica non fa passi indietro. Ci vorrà pazienza».


    Dopo l'uscita dell'articolo "Posto prioritarìo"'su "l'espresso", il vicepremier Giulio Tremonti ci ha scritto una breve lettera: «Non ho mai fatto raccomandazioni alle Poste taliane», precisa: «Quanto pubblicato sul giornale in ordine al mio nome è conseguentemente falso".

    Il testo pubblicato la scorsa settimana era il seguente: «Il cognome di Tremonti compare assieme a quello di Francesco Valsecchi,. ex consigliere di amministrazione in Poste Italiane, per l'assunzione

    di Alberto De Ghislanzoni Cardoli: figlio di Giacomo, Forza Italia, presidente alla Camera della Commissione agricola. Assunzione richiesta il 31 maggio 2004 e arrivata: il 16 marzo 2005,

    Oltre all'episodio qui ribadito, il nome di Tremonti compare comunque in altre schede di raccomandazione, contenute nel database." in ordine di tempo: la richiesta di assunzione del signor R. C., datata 19 dicembre 2002, dove il cognome dei vicepremier compare assieme a quello dell’Amministratore delegato delle Poste Massimo Sarmi. Segue, il 10 aprile 2003, la. richiesta di assunzione della signora A. B., nella quale l'unico citato dentro la casella "provenienza",è Tremonti. Si passa poi, il 31 ottobre 2003, alla richiesta di assunzione del signor A. I., dove i raccomandanti indicati sono Tremonti e Francesco Valsecchi, ex membro del consiglio di amministrazione di Poste Italiane in quota Forza Italia. La stessa coppia che, sempre il 31 ottobre 2003, caldeggia secondo il database uno stage per la signora R. L. e che, il 31 maggio 2004, come già scritto, chiede l'assunzione di Alberto De Ghislanzoni Cardoli.

    Dopo l'uscita dell'articolo "Posto prioritarìo"'su "l'espresso", il vicepremier Giulio Tremonti ci ha scritto una breve lettera: «Non ho mai fatto raccomandazioni alle Poste taliane», precisa: «Quanto pubblicato sul giornale in ordine al mio nome è conseguentemente falso".

    Il testo pubblicato la scorsa settimana era il seguente: «Il cognome di Tremonti compare assieme a quello di Francesco Valsecchi,. ex consigliere di amministrazione in Poste Italiane, per l'assunzione

    di Alberto De Ghislanzoni Cardoli: figlio di Giacomo, Forza Italia, presidente alla Camera della Commissione agricola. Assunzione richiesta il 31 maggio 2004 e arrivata: il 16 marzo 2005,

    Oltre all'episodio qui ribadito, il nome di Tremonti compare comunque in altre schede di raccomandazione, contenute nel database." in ordine di tempo: la richiesta di assunzione del signor R. C., datata 19 dicembre 2002, dove il cognome dei vicepremier compare assieme a quello dell’Amministratore delegato delle Poste Massimo Sarmi. Segue, il 10 aprile 2003, la. richiesta di assunzione della signora A. B., nella quale l'unico citato dentro la casella "provenienza",è Tremonti. Si passa poi, il 31 ottobre 2003, alla richiesta di assunzione del signor A. I., dove i raccomandanti indicati sono Tremonti e Francesco Valsecchi, ex membro del consiglio di amministrazione di Poste Italiane in quota Forza Italia. La stessa coppia che, sempre il 31 ottobre 2003, caldeggia secondo il database uno stage per la signora R. L. e che, il 31 maggio 2004, come già scritto, chiede l'assunzione di Alberto De Ghislanzoni Cardoli.

    CONTINUA...
     
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  7. labicana
     
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    CITAZIONE
    CONTINUA...

    e continuera' sempre... <_<
     
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  8. Lexoto
     
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    Che schifo l'italia
     
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7 replies since 18/7/2011, 10:30   169 views
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